Il calvario di una udinese che si ammala sul lavoro ma l’Inail la snobba: “nessuna relazione”

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Riceviamo e pubblichiamo questa lettera:

Voglio raccontare quanto mi accade mi presento mi chiamo Barbara ho 34 anni scrivo da Udine .
Da 15 anni lavoro in un azienda di pulizie, fino al 2021 sono stata adetta alle pulizie, successivamente sono stata cambiata di ruolo .
Sono stata nominata capoarea della zona, come stipendio poco cambia perché il CCLN multi servizio non va molto lontano a far morire la gente di fame.
La mia vita è cambiata dal 4 di dicembre 2024, quando nella mia mansione seguo un prosciuttificio nelle varie attività di pulizie che il personale fa .
All’ingresso in stabilimento inizio a star male, rinite ,oclorinite, volto gonfio e faccia bollente, quindi mi sono dovuta recare in pronto soccorso dove vengo dimessa con un referto che attestava  “Congiuntivite acuta “.
Di seguito ritorno in stabilimento produzione prosciutti e ritorno star male, vado nuovamente in pronto soccorso e mi vengono somministrati antistaminici e cortisone e successivamente vengo dimessa .
Terzo episodio l’ingresso in stabilimento è stato pessimo, impatto nausea e mal stare, vado in pronto soccorso dove vengono fatti dei flebi e dei prelievi e successivamente dimessa .
Al ritorno a casa avviso il mio medico di base e il datore di lavoro che dovrò recarmi alla medicina del lavoro per i vari accertamenti.
Dopo tali accertamenti risulto positiva agli acari del prosciutto e acari minori e mi viene limitato l’accesso ai luoghi del lavoro .
Nel frattempo faccio richiesta di malattia professionale al Inail dopo aver fatto altri accertamenti .
Mi viene respinta la malattia professionale con questa frase
“gli accertamenti effettuati per il riconoscimento della malattia professionale consentono di escludere l’esistenza di nesso causale tra il rischio lavorativo cui è stata esposto la malattia professionale “.
“LA PRATICA VIENE ARCHIVIATA.”
Ci tenevo a far capire quante ingiustizie esistono da parte della sanità e sopratutto da un ente che ci dovrebbe tutelare come Inail .
Ora per poter andare avanti devo fare ricorso sul lavoro o già dei limiti riconosciuti dal medico competente” .

Ringrazio e saluto cordialmente

Barbara B.

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Nato da un'intuizione del dott. Stefano Salmè, il Giornale del Friuli si pone la missione di valorizzare la storia bimillenaria del Friuli e, nel contempo, raccontare la contemporaneità con un'informazione libera e controcorrente. Stefano Salmè è iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2002 e si è laureato con lode in Storia, all'Università di Trieste, con una tesi sul Risorgimento friulano.

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