Udine. L’amministrazione comunale apre le porte dell’ideologia gender nello sport

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Il Comune di Udine ha sottoscritto la Carta Etica dello Sport Femminile, diventando il primo in Friuli Venezia Giulia ad aderire a un documento che promuove inclusione, parità e abbattimento delle differenze di genere in ambito sportivo. L’iniziativa, promossa da Soroptimist International d’Italia insieme ad ASSIST – Associazione Nazionale Atlete, è stata accolta con entusiasmo dall’Amministrazione De Toni, su forte spinta della sua componente più ideologicamente radicale.

Secondo fonti vicine al palazzo comunale, la firma della Carta rappresenta non tanto un atto amministrativo quanto l’ennesima concessione politica all’estrema sinistra cittadina, che sta progressivamente imponendo la propria agenda all’interno della maggioranza di centrosinistra che sostiene il sindaco Alberto Felice De Toni. Un’ala che, sempre più spesso, utilizza i temi della parità, del linguaggio inclusivo e delle politiche identitarie come terreno per imprimere una svolta culturale alle scelte dell’amministrazione.

La firma arriva anche in un momento delicato nel dibattito sportivo internazionale, segnato dal caso della pugile algerina Imane Khelif, esclusa da competizioni ufficiali a causa di parametri fisici non conformi ai requisiti previsti per le atlete donne. La decisione di Udine – formalmente neutra – sembra invece allinearsi idealmente con le posizioni di chi, nel dibattito, difende l’accesso allo sport agonistico anche per atleti il cui genere è oggetto di discussione.

Nel merito, la Carta Etica promuove principi quali il diritto delle bambine a praticare lo sport senza vincoli culturali, l’impegno a contrastare stereotipi e discriminazioni e l’adozione di criteri inclusivi nei bandi e nell’accesso agli impianti. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, dietro questi obiettivi si cela una visione ideologica estremamente spinta, che rischia di trasformare lo sport in uno strumento di propaganda culturale, più che in un’occasione di crescita e aggregazione.

Il sindaco De Toni ha definito lo sport “un ambito essenziale per la qualità della vita”, ma non ha nascosto il valore simbolico dell’adesione. Le assessore Arianna Facchini (Pari Opportunità) e Chiara Dazzan (Sport) – entrambe vicine alle posizioni più radicali della coalizione – hanno parlato di “atto politico concreto” e di “superamento delle disuguaglianze”, annunciando l’inserimento nei bandi comunali di criteri premianti per le realtà sportive femminili.

La decisione, pur formalmente condivisa dalla giunta, evidenzia la crescente influenza dell’estrema sinistra nel dettare le priorità amministrative, spingendo il Comune verso una gestione fortemente ideologizzata di temi complessi come quello dell’identità nello sport. In questo contesto, Udine si distingue non solo per essere la prima città della regione a sottoscrivere la Carta, ma anche per essere un laboratorio politico in cui la componente più radicale del centrosinistra sembra sempre più dettare legge.

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Redazione
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Nato da un'intuizione del dott. Stefano Salmè, il Giornale del Friuli si pone la missione di valorizzare la storia bimillenaria del Friuli e, nel contempo, raccontare la contemporaneità con un'informazione libera e controcorrente. Stefano Salmè è iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2002 e si è laureato con lode in Storia, all'Università di Trieste, con una tesi sul Risorgimento friulano.

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