
Udine. Le associazioni LGBTQIA+ conquistano la Commissione Pari Opportunità
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Nella seduta di ieri (lunedì 29 settembre) il Consiglio comunale ha approvato un nuovo Regolamento della Commissione Pari Opportunità. Il testo era stato elaborato dalla Commissione stessa dopo un vaglio di circa un anno, per poi approdare in Commissione e in Consiglio comunale.
Il nuovo Regolamento ricalca, nei principi ispiratori, quello precedente, ma il “timbro” della nuova amministrazione di centrosinistra, sempre più ostaggio dell’ala più radicale della coalizione, è visibile e concreto. Durante la discussione circa la composizione della futura Commissione, alcune componenti moderate della Commissione avevano proposto un testo generico che affermasse il diritto a partecipare di tutte le associazioni che si battono contro le discriminazioni tout court; l’ala più oltranzista ha invece preteso che le associazioni LGBTQIA+ fossero indicate espressamente. Il motivo è chiaro, la Commissione orienta molti fondi comunali verso eventi, ricerche e attività varie e da domani la galassia LGBTQIA+ avrà anch’essa la sua parte. Per inciso le associazioni femministe hanno anche preteso e ottenuto un gettone di presenza.
A riprova che la Commissione è ormai ostaggio della componente più estremista, c’è il fatto che un emendamento che voleva estendere alle associazioni dei padri separati la possibilità di fare parte della Commissione, è stato bocciato con fastidio dalla maggioranza comunale. Paradossale e grottesca poi la decisione di escludere i componenti uomini dalla possibilità di essere eletti alla carica di Presidente e vice-Presidente della Commissione. La tesi è quella delle “azioni positive”, delle cosiddette “quote di genere”, così politicamente corretta quanto ormai rifiutata nello stesso Occidente che l’ha partorita. Fu proprio questa, una delle battaglie di Charlie Kirk negli States, che lo portò a viaggiare in tutti in campus universitari a cercare di convincere con la forza delle proprie opinioni, i giovani americani, dell’assurdità di tali politiche. Kirk è stato assassinato per la sua tenacia nel difendere strenuamente la libertà di pensiero e di parola, minacciate dal pensiero unico dominante. Ieri, la stessa maggioranza comunale che ha votato per le “quote di genere” (e contro le associazioni dei padri) ha impedito che si ricordasse la morte del giovane martire della libertà con un minuto di silenzio. Sarà un caso?