
La Consulta boccia il terzo mandato. Iniziato il dopo Fedriga. Ecco i nomi in pole position
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La Corte Costituzionale ha bocciato la legge della Provincia autonoma di Trento che prevedeva l’innalzamento da due a tre mandati consecutivi per l’elezione del Presidente della Provincia.
In attesa del deposito della sentenza, la Corte ha anticipato che esistono alcuni principi costituzionali validi per l’intero territorio della Repubblica e che, tra questi, va certamente incluso il diritto all’elettorato passivo, il quale non può subire differenziazioni territoriali all’interno della Nazione.
La questione riguardava direttamente la normativa trentina, ma le sue conseguenze si estendono chiaramente anche al Friuli Venezia Giulia. È nota, infatti, la posizione del governatore Massimiliano Fedriga, intenzionato a ricandidarsi per un terzo mandato. La decisione della Consulta costringe ora i partiti — in primo luogo quelli del centrodestra — a un bivio: riformare la legge elettorale in senso proporzionale (tornando dunque al sistema precedente all’elezione diretta) oppure aprire una trattativa politica sul “dopo Fedriga”.
Difficile, tuttavia, immaginare che il centrodestra, da sempre sostenitore del presidenzialismo, scelga di tornare al passato. Con la decisione di oggi, dunque, si apre un complesso “risiko” politico destinato a durare fino alle elezioni politiche previste per il giugno 2027.
Impossibilitato a ricandidarsi, Fedriga potrebbe puntare a un seggio parlamentare a Roma o valutare la candidatura a sindaco di Trieste. Secondo indiscrezioni provenienti dagli ambienti politici triestini, appare più probabile la prima opzione: una candidatura nazionale che gli consentirebbe, in caso di vittoria del centrodestra alle politiche, di ambire a un incarico ministeriale coerente con il ruolo svolto in questi anni, quello di Presidente della Conferenza delle Regioni.
Sempre secondo i boatos della politica locale, nella complessa “matrioska” degli accordi di spartizione, qualora la Lombardia venisse assegnata a Fratelli d’Italia, la guida del Trentino e del Friuli Venezia Giulia spetterebbe alla Lega. In questo scenario, il gioco degli incastri determinerebbe a cascata i nomi dei candidati alla presidenza delle resuscitate Province e quelli per la guida dei principali comuni capoluogo.
Sebbene sia ancora presto, la corsa alla successione per il ruolo di governatore sarebbe già iniziata sottotraccia: in pole position, per il dopo Fedriga, figurano la “pasionaria” Anna Maria Cisint e il segretario regionale Marco Dreosto, entrambi attualmente impegnati al Parlamento europeo, ma con lo sguardo rivolto verso piazza Unità d’Italia.


