
Eurobarometro. Amanti della cultura. Italiani sul podio. Austriaci e tedeschi ultimi
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L’ultima indagine di Eurobarometro sugli atteggiamenti degli europei nei confronti della cultura non fotografa soltanto gusti e abitudini, ma mette ancora una volta in luce quelle differenze culturali incomprimibili che attraversano il continente e che, inevitabilmente, finiscono per riflettersi su tutte le scelte politiche.
I dati parlano chiaro: in testa troviamo Lussemburgo (92%), Cipro e Italia (89%), Paesi dove la cultura è percepita come elemento fondamentale del benessere collettivo e dello sviluppo economico. In coda, invece, Germania (66%), Austria (62%) e Romania (61%), dove l’importanza attribuita alle arti appare nettamente più ridimensionata.
La stessa divaricazione si nota quando si considera il ruolo della cultura per il benessere e la crescita del territorio: Italia (91%), Lussemburgo (93%) e Portogallo (92%) svettano, mentre Austria (75%) e Bulgaria (77%) restano molto distanti.
Questi dati raccontano un’Europa in cui radici storiche, tradizioni e sensibilità nazionali creano percezioni diverse della cultura e del suo ruolo nella società. Eppure, di fronte a questa ricchezza di diversità, la risposta della Commissione europea è sempre la stessa: tentare di racchiudere tutto in una cornice unica, come dimostra la prossima “Bussola della cultura per l’Europa”, la strategia comunitaria di politica culturale attesa entro la fine dell’anno.
Il problema è che, invece di valorizzare le differenze, Bruxelles sembra inseguire una logica di uniformizzazione che ignora la forza vitale delle identità nazionali. Si punta a “armonizzare” quando sarebbe più saggio riconoscere che la cultura non è una variabile standardizzabile, ma un campo in cui la pluralità è garanzia di libertà e di sviluppo.
In definitiva, l’indagine conferma ciò che la storia europea ci ha consegnato: l’Europa è un mosaico di identità irriducibili. Se la sua ricchezza sta proprio nella varietà, ogni tentativo di ridurla a schema unico rischia di soffocare quella stessa energia che ha reso il continente un laboratorio culturale unico al mondo.