Italia-Israele a Udine: la diplomazia internazionale risolta a suon di corner e fuorigioco

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Ah, il calcio. Quella magica arte in cui 22 uomini rincorrono un pallone mentre l’intera opinione pubblica internazionale si domanda se non ci siano altri momenti meno infuocati per farlo. E invece no: il 14 ottobre, l’Italia sfiderà Israele a Udine, in un match che varrà per le qualificazioni ai Mondiali 2026, ma che nel pacchetto sembra includere anche: tensioni geopolitiche, ansia diplomatica e il rischio di più comunicati stampa che cross in area.

A festeggiare, col caschetto da project manager e lo champagne del vincitore, è Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, che ha dichiarato con orgoglio che l’evento è “il risultato di un lavoro condiviso”. Condiviso da chi? Da Regione, Figc e Udinese Calcio, ovviamente, la nuova Santa Trinità del calcio tricolore. Dopo tutto, se non puoi risolvere il Medio Oriente, almeno puoi ottenere una partita in casa.

E non finisce qui: il 13 agosto arriva pure la Supercoppa UEFA, PSG contro Tottenham, sempre a Udine. Per chi avesse ancora dubbi: no, non è Parigi, non è Londra, è proprio Udine, dove tra frico e tifo, il futuro del calcio europeo sembra passare più spesso che i treni in stazione.

Ma attenzione, perché nella commedia calcistico-geopolitica serviva anche il personaggio riflessivo, l’intellettuale, quello che si chiede se davvero “è il caso”. Ed ecco quindi il sindaco De Toni, che, con la delicatezza di un comunicato ONU, dice: “Udine garantisce sicurezza, certo… però anche basta”. Tradotto: dopo la Nations League, due guerre, una mozione comunale e probabilmente tre riunioni Zoom con la protezione civile, magari si può anche respirare.

Il primo cittadino, infatti, ci tiene a ricordare che Udine è per la pace, e lo ha messo nero su bianco in una mozione firmata da tutta la maggioranza. Dentro ci trovi tutto: cessate il fuoco, liberazione degli ostaggi, Stato di Palestina, risoluzione ONU del ’47, diritti umani, i bambini, l’armistizio, il buonsenso, il gelato al limone, la pace nel mondo. Un documento che farebbe piangere pure il segretario dell’ONU… se non fosse troppo occupato a comprare i biglietti per la tribuna centrale.

E quindi? Quindi la partita si gioca. E Udine, da buona istituzione che obbedisce, ospiterà l’incontro, ma con lo sguardo severo di chi lo fa per dovere civile, non per entusiasmo da stadio. È un po’ come se ti invitassero a una festa e tu dicessi: “Vengo, ma solo per ricordare a tutti che bere troppo fa male”.

Nel frattempo, gli italiani faranno ciò che riesce loro meglio: parlare di calcio con competenza geopolitica zero e opinioni fortissime. E se ci sarà un gol decisivo, magari, tra un’esultanza e l’altra, ci scapperà anche un “pace nel mondo, ma intanto 2-0 per noi”.

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Nato da un'intuizione del dott. Stefano Salmè, il Giornale del Friuli si pone la missione di valorizzare la storia bimillenaria del Friuli e, nel contempo, raccontare la contemporaneità con un'informazione libera e controcorrente. Stefano Salmè è iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2002 e si è laureato con lode in Storia, all'Università di Trieste, con una tesi sul Risorgimento friulano.

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