
L’assassino di Kirk è un’antifascista militante. Sui proiettili la scritta “BELLA CIAO”
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L’assassinio dell’attivista conservatore Charlie Kirk alla Utah Valley University ha preso una svolta decisiva con l’arresto di Tyler Robinson, 22 anni, individuato e consegnatosi alla polizia grazie al padre che, riconoscendolo nelle foto diffuse dall’FBI, lo ha convinto a costituirsi.
Il governatore dello Utah, Spencer Cox, ha confermato in conferenza stampa che Robinson è il principale sospettato e ha descritto nei dettagli il profilo del giovane: un ragazzo che negli ultimi anni si era radicalizzato politicamente, arrivando a esprimere in famiglia disprezzo per Kirk e le sue posizioni. «Kirk era pieno di odio e diffondeva odio», avrebbe detto Robinson durante una cena pochi giorni prima dell’attacco.
Le incisioni sui proiettili: prove del fanatismo ideologico
Il dato più inquietante emerso dalle indagini riguarda i proiettili inesplosi ritrovati sulla scena del crimine. Su di essi erano incise frasi inequivocabili:
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«Hey fascista! Prendi questo»
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«Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao»
Secondo le autorità, questi dettagli confermano che non si è trattato di un gesto impulsivo, ma di un’azione premeditata con una forte connotazione politica e simbolica. La scelta di incidere slogan antifascisti sui proiettili mostra la volontà di Robinson di trasformare l’attentato in un messaggio ideologico, indirizzato non solo alla vittima ma all’intero movimento conservatore rappresentato da Kirk.
La pianificazione: armi nascoste e cambio d’abito
Cox ha inoltre riferito che Robinson aveva organizzato nei dettagli l’attacco: messaggi su Discord rivelano come il giovane avesse recuperato un fucile da un deposito, lo avesse nascosto in un cespuglio e avesse pianificato di cambiare abiti per depistare le indagini. Un modus operandi che evidenzia freddezza e premeditazione.
Un odio coltivato nel tempo
Non si tratta dunque di un gesto isolato. Secondo il racconto dei familiari, Robinson da tempo aveva sviluppato una crescente ostilità politica, fino a trasformarla in un odio personale verso Kirk, colpevole – a suo dire – di «diffondere odio». La scelta del bersaglio e le frasi sui proiettili rappresentano oggi la prova più tangibile che l’attentato aveva una matrice ideologica.
Conclusione
L’arresto di Tyler Robinson non chiude solo una caccia all’uomo, ma apre un inquietante capitolo sul clima politico e sociale negli Stati Uniti. Le frasi incise sui proiettili non sono un dettaglio marginale: sono la chiave per comprendere l’origine politica dell’omicidio e la trasformazione di un giovane radicalizzato in assassino