
Mailyn Castro Monsalvo accusata di omicidio premeditato e aggravato: ma si parla già di detenzione attenuata
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C’è un dettaglio che colpisce più di molti altri: a meno di ventiquattr’ore dall’arresto per omicidio pluriaggravato, mentre la comunità è ancora sotto shock e il corpo della vittima non è nemmeno stato sepolto, già si parla della possibilità di “detenzione attenuata” per una delle indagate.
La richiesta è stata formalmente avanzata dalla difesa di Mailyn Castro Monsalvo, la compagna di Alessandro Venier, ora in carcere con l’accusa di averlo ucciso e fatto a pezzi insieme alla madre di lui.
L’avvocata ha chiesto che la donna possa usufruire delle nuove misure di custodia attenuata per detenute madri, previste da una legge entrata in vigore nell’aprile 2025.
Ma cosa prevede, esattamente, questa norma?
La custodia attenuata per madri con figli piccoli è una misura detentiva alternativa pensata per evitare che i figli neonati crescano lontani dalla madre durante i primi anni di vita, anche quando quest’ultima si trova in carcere in attesa di giudizio. La detenzione può essere scontata in case famiglia protette, strutture a misura di bambino o, in casi particolari, anche presso il domicilio della detenuta, con limitazioni severe.
L’intento è umanitario e, in molti casi, ragionevole. Ma la domanda che sorge spontanea è:
può davvero essere applicata a una donna accusata di aver ucciso il padre di quella stessa bambina?
In altre parole: è giusto che si possa valutare, con questa velocità, una misura di clemenza per chi – secondo l’accusa – ha distrutto in modo deliberato la famiglia stessa?
La riflessione diventa ancora più urgente considerando che questa misura è pensata solo per le madri. Nessuna norma simmetrica esiste per i padri. Un paradosso, se si considera che il padre della bambina, in questo caso, è stato letteralmente eliminato. E che ora si valuta se concedere alla presunta autrice del delitto il compito di crescerne la figlia.