Marcello Foa in Friuli a svelare la “Società del ricatto”

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Evelyn Beatrice Hall è stata una scrittrice e biografa britannica che ha scritto sotto lo pseudonimo di S.G. Tallentyre. È conosciuta soprattutto per la sua biografia su Voltaire, “Gli amici di Voltaire“, completata nel 1906. Fu lei a scrivere la frase, erroneamente attribuita a Voltaire, “I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it” (“Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo”), come una manifestazione del pensiero di Voltaire. Tale frase è nota anche nella leggera variante, “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo”.

Questa frase diventò ancora più famosa durante uno degli ultimi discorsi del Presidente Pertini di fronte ad una sala gremita di giovani.

Oggi come oggi appare decisamente retorica e presa in giro.

MARCELLO FOA, nel 1989 si iscrive all’Ordine dei giornalisti in Italia come giornalista professionista. Nel novembre dello stesso anno è assunto a “il Giornale” di Indro Montanelli come viceresponsabile esteri e nel 1993 è promosso caporedattore esteri. In tale veste, Foa si occupa del processo di riunificazione tedesca ed è spesso a Mosca, dove assiste al crollo dell’Unione Sovietica e alle fasi successive, fino al 2008.

Nel 2004 fonda con Stephan Russ-Mohl l’Osservatorio europeo del giornalismo presso la facoltà di scienze della comunicazione dell’Università della Svizzera italiana (USI), un istituto che si propone di promuovere la qualità nel giornalismo e stabilire ponti tra l’editoria e il mondo accademico e tra le diverse culture giornalistiche in Europa. L’Osservatorio ha ricevuto nel 2005 il Media Award come miglior istituto di ricerca svizzero dal Verein Qualität im Journalismus (Associazione per la qualità nel giornalismo)

Innumerevoli e prestigiosi incarichi fino a ricoprire, da settembre 2018 a luglio 2021, la carica di Presidente RAI, dall’11 settembre 2023 conduce su Rai Radio 1 la seguitissima trasmissione “Giù la maschera” che verosimilmente era troppo libera e fastidiosa. Senza preavviso viene eliminata dal palinsesto. Ultima puntata andata in onda, il 13 giugno 2025.

Il caso di Marcello Foa, con la brusca cancellazione del suo programma “Giù la maschera” su Rai Radio 1, rappresenta un’amara parabola della crisi che strangola il giornalismo contemporaneo. Foa, già presidente della Rai e figura di spicco nel panorama mediatico, non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sulla chiusura del suo spazio: la notizia gli è arrivata, beffardamente, attraverso gli stessi media che dovrebbe rappresentare. Con la schiettezza che lo contraddistingue, non ha esitato a puntare il dito contro l’opacità della decisione, suggerendo l’ombra di pressioni politiche dietro una scelta tanto improvvisa quanto inspiegabile. Come ammoniva George Orwell, “Il giornalismo è stampare ciò che qualcuno non vuole che si stampi: tutto il resto è pubblicità”. E qui, pare, qualcuno abbia voluto silenziare una voce. Questo episodio non è un fulmine a ciel sereno, ma l’ennesimo sintomo di una malattia ben più radicata. Il giornalismo, soprattutto nell’arena digitale, sembra aver smarrito la bussola. “La verità richiede tempo, ma il tempo è denaro”, recita un vecchio adagio, e mai come oggi questa logica sembra dominare. La corsa alla pubblicazione istantanea, alimentata dalla fame di clic e visualizzazioni, sacrifica l’accuratezza sull’altare della velocità. Le notizie, spesso prive di verifica, vengono sparate nel vuoto del web come proiettili: decontestualizzate, distorte, amplificate per scatenare reazioni viscerali anziché riflessioni. Il risultato? Un’informazione usa e getta, che si consuma in un istante e si dimentica altrettanto in fretta. Un pubblico smarrito nel caos

In questo vortice, la linea tra informazione e intrattenimento si fa sempre più sfumata, e la verità si confonde con l’opinione. Come diceva Mark Twain, “Se non leggi i giornali, sei disinformato. Se li leggi, sei male informato”. Il pubblico, bombardato da titoli gridati e mezze verità, si ritrova disorientato, incapace di distinguere il grano dal loglio. La fiducia nei media, già fragile, crolla ulteriormente: secondo recenti sondaggi, solo il 30% degli italiani considera i media tradizionali una fonte affidabile. Non è solo una crisi di credibilità, ma una frattura profonda tra chi informa e chi riceve l’informazione. Rilanciare il giornalismo di qualità richiede un atto di coraggio: tornare ai fondamentali. Verifica rigorosa, contesto accurato, etica inattaccabile. Significa, come suggeriva Umberto Eco, “non dare per vero ciò che è solo verosimile”. Vuol dire accettare di rallentare, di prendersi il tempo per scavare oltre la superficie, perché una notizia non è valida solo perché arriva per prima. È valida se è raccontata con precisione, se illumina invece di confondere. Solo così il giornalismo potrà riscoprire la sua vocazione originaria: essere un faro per i cittadini, non un prodotto da supermercato. Come ricordava Walter Cronkite, “La libertà di stampa è inutile se non si ha il coraggio di usarla”. È tempo di ritrovare quel coraggio.

 

FRANCO DEL MORO, figura poliedrica di compositore, musicista, scrittore e instancabile curatore della Rivista Letteraria che porta avanti con passione da ben 34 anni, è anche il fondatore della Casa Editrice Ellin Selae. Il nome, un acronimo carico di significato, si scioglie in Esiste La Luce In Noi – Siamo Esseri Legati All’Eterno, un manifesto spirituale che riflette la sua visione profonda e luminosa del mondo. Attraverso le sue opere, Del Moro non si limita a creare: illumina, guida, invita a riflettere su ciò che trascende il quotidiano, spingendo verso una consapevolezza più matura e radicata. Nel suo ultimo libro, “Alleati del Cielo” – Comprendere i princìpi che cambiano il mondo, pubblicato appena un mese fa, Del Moro scrive con la sua caratteristica chiarezza e profondità: «Non possiamo fermare le guerre né risolvere da soli le grandi crisi globali, ma possiamo coltivare un angolo di purezza in un mondo ferito. Uno spazio di luce, per quanto piccolo, capace di curare la nostra anima e, per estensione, l’anima del mondo. Proteggere questo spazio sacro nella vita di ogni giorno significa aprire le porte alle forze angeliche, nostre eterne alleate, che lavorano senza sosta per costruire un futuro migliore e spingere l’oscurità a indietreggiare». Queste parole, che risuonano come un invito alla responsabilità personale, incarnano il cuore della sua filosofia: il cambiamento globale inizia dal piccolo, dal nostro intimo impegno a coltivare bellezza e verità. Franco Del Moro possiede un dono raro: affrontare ogni tema, anche il più complesso, con un tono che trasmette serenità e profondità, offrendo sempre “qualcosa in più”, una scintilla che illumina il cammino verso una consapevolezza più autentica. Come un faro discreto ma costante, le sue parole e la sua musica non impongono, ma accompagnano. “Ci mette del suo”, come si suol dire, ma lascia a noi il compito di proseguire il viaggio con impegno e coerenza. Le sue composizioni musicali, apprezzate anche in ambienti olistici per il loro potere evocativo e rigenerante, e i suoi libri, spesso descritti come veri e propri strumenti terapeutici, toccano corde profonde, offrendo conforto e ispirazione. Come recita un antico proverbio, “La musica è la medicina dell’anima”, e Del Moro sembra aver fatto suo questo principio, intrecciando note e parole in un abbraccio che lenisce e risveglia. La Rivista Letteraria bimestrale, che cura con dedizione da oltre tre decenni, è un altro pilastro del suo lavoro. Un progetto vivo, che non si limita a essere una raccolta di testi, ma si configura come un ponte tra anime, un luogo di incontro per idee, riflessioni e ispirazioni. Disponibile sia durante le conferenze che Del Moro tiene con regolarità, sia attraverso il sito della casa editrice, www.ellinselae.org, o contattando direttamente l’editore via e-mail all’indirizzo ellin@libero.it, la rivista è un invito a immergersi in un mondo di pensiero elevato e creatività. Ogni numero è un piccolo scrigno di luce, un riflesso della missione di Del Moro: costruire spazi di bellezza e significato in un’epoca che troppo spesso sembra smarrita. Del Moro non si limita a creare: semina. Le sue opere, che si tratti di musica, libri o della rivista, non sono mai fine a sé stesse, ma strumenti per risvegliare ciò che di eterno e luminoso risiede in ciascuno di noi. Come diceva Platone, “Noi siamo due volte armati se combattiamo con la fede”. E Franco Del Moro, con la sua arte e il suo impegno, sembra ricordarci che quella fede è già dentro di noi, pronta a essere riscoperta e coltivata, per trasformare non solo noi stessi, ma il mondo che ci circonda.

Insomma, martedì 28 ottobre all’Auditorium di Talmassons si preannuncia una conferenza molto interessante.

Modera Gianfranco Ruggiero di articolo21.eu e autore del libro “Libertà, Evoluzione, Spiritualità” – Ellin Selae Edizioni, libro che sarà disponibile per chi lo desiderasse insieme, ovviamente, alle numerose opere dei due brillanti e inimitabili relatori, insieme per la prima volta in assoluta.

Prenotazioni al numero 347 42 333 56

Sarà gradita un’offerta libera e sinceramente consapevole

Inizio conferenza ore 20.

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Redazione
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Nato da un'intuizione del dott. Stefano Salmè, il Giornale del Friuli si pone la missione di valorizzare la storia bimillenaria del Friuli e, nel contempo, raccontare la contemporaneità con un'informazione libera e controcorrente. Stefano Salmè è iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2002 e si è laureato con lode in Storia, all'Università di Trieste, con una tesi sul Risorgimento friulano.

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