
Per l’Unione Europea il 2025 è tra i “tre anni più caldi mai registrati”
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A Bruxelles non serve più il riscaldamento: basta aprire una riunione sul clima e la temperatura sale da sola.
Secondo il Servizio per il Cambiamento Climatico Copernicus di Bonn, il 2025 finirà quasi certamente tra i tre anni più caldi mai registrati. Ottobre, in particolare, ha sfiorato il record: 15,14 °C di media globale, cioè 0,7 °C sopra la media 1991-2020 e 1,55 °C oltre il livello pre-industriale.
Un risultato che a Bruxelles suona come musica celestiale: un’altra conferenza da convocare, un altro piano da lanciare, un’altra infografica da stampare in verde e blu (su carta riciclata, naturalmente).
Gli esperti Copernicus aggiungono che potremmo entrare in un decennio in cui la soglia dei +1,5 °C sarà superata in media per tre anni consecutivi (2023-2025). Tradotto in linguaggio politico: “serve un nuovo trattato, un fondo verde e un acronimo inglese che suoni bene”.
In Europa, però, le cose non sono andate poi così apocalittiche: ottobre ha registrato una temperatura media di 10,19 °C, appena 0,6 °C sopra la media — quindi non entra nemmeno nella top ten dei mesi più caldi. Ma questo dettaglio non rovinerà la narrativa: a Bruxelles si può sempre dire che “è un segnale preoccupante di riscaldamento differito”.
Intanto, ai poli la situazione resta seria: l’estensione del ghiaccio marino artico in ottobre è risultata 12 % sotto la media storica, una delle più basse mai registrate.
In pratica, mentre i cittadini europei si preoccupano di bollette e stufe, l’Artico fa la dieta forzata.
“È necessario agire!”, concludono i climatologi.
E l’Unione Europea risponde prontamente:
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un Piano per il Gelo Sostenibile,
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una Giornata europea della temperatura media,
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e, perché no, un passaporto climatico digitale per i cittadini che respirano troppo CO₂.
Forse la soluzione definitiva è semplice: nominare il clima Commissario europeo. Così potrà regolarsi da solo.


