Si discute della guerra come fosse una partita e della partita di calcio come fosse una guerra

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La partita di qualificazione ai Mondiali 2026 tra Italia e Israele, prevista a Udine il 14 ottobre, avrebbe potuto essere una semplice serata di sport. Un 90 minuti di pallone, birre e cori. E invece no: i nostri politici hanno deciso di trasformarla in un’arena di propaganda, risse verbali e indignazioni a orologeria.

Zerocalcare, locandine e panico istituzionale

Il fumettista Zerocalcare firma una locandina per il corteo promosso dal Comitato per la Palestina. Un disegno, qualche slogan, un invito a protestare pacificamente. Risultato? Apriti cielo. La politica italiana, da sempre maestra nell’arte di gonfiare palloncini di polemica, si è lanciata in un’isteria degna di una telenovela sudamericana.

Fedriga arbitro della geopolitica

Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, si è affrettato a salire in cattedra spiegando che queste iniziative “alimentano la propaganda dei terroristi”. Insomma: un corteo a Udine diventerebbe, nella sua narrazione, la cabina di regia di Hamas. Forse il prossimo passo sarà accusare i manifestanti di nascondere razzi sotto le bandiere palestinesi portate in corteo.

Serracchiani e la gara dell’indignazione

Dall’altra parte, Debora Serracchiani non poteva perdere l’occasione per dire la sua: “Sconvolgente l’indifferenza verso Gaza”. Giusto, verissimo. Peccato che queste stesse parole si rispolverino solo quando c’è una telecamera accesa o un microfono davanti. Poi, a luci spente, cala il silenzio più assoluto.

Calcio, metafora perfetta

Il quadro è servito: da un lato chi usa il calcio per fare propaganda filo-israeliana, dall’altro chi lo sfrutta per segnare qualche punto retorico a favore della Palestina. Nel mezzo, i tifosi italiani, che forse vorrebbero solo guardarsi una partita senza sentirsi in colpa per la geopolitica mondiale.

Politici come ultrà

Questa classe politica assomiglia sempre più a una curva sud: cori urlati, slogan estremi, bandiere agitate. Solo che gli ultrà almeno si prendono la briga di seguire la loro squadra ovunque; i nostri politici, invece, seguono solo il vento delle opportunità mediatiche.

Il 14 ottobre a Udine si giocherà Italia–Israele. Ma la vera partita, quella che si disputa tra i banchi delle istituzioni e le pagine dei giornali, è già finita ai supplementari: noiosa, prevedibile e con una qualità di gioco imbarazzante.

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Redazione
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Nato da un'intuizione del dott. Stefano Salmè, il Giornale del Friuli si pone la missione di valorizzare la storia bimillenaria del Friuli e, nel contempo, raccontare la contemporaneità con un'informazione libera e controcorrente. Stefano Salmè è iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2002 e si è laureato con lode in Storia, all'Università di Trieste, con una tesi sul Risorgimento friulano.

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