Udine. Decine di migliaia di euro per insegnare lo sport a richiedenti asilo e minori stranieri

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Si è chiusa la prima edizione del bando “Sport per il Sociale”, promosso dal Comune di Udine, che ha elargito ben 60.000 euro di fondi pubblici a quattro progetti dedicati a soggetti considerati “fragili”. Ma a ben guardare, l’unico effetto tangibile per la città è l’impiego di decine di migliaia di euro dei contribuenti per iniziative delle quali la cittadinanza non si è nemmeno accorta.

A beneficiarne, infatti, sono state quasi esclusivamente associazioni che orbitano attorno al mondo dell’integrazione e della salute mentale, senza alcun riscontro concreto nella vita pubblica cittadina. Eventi che, al di fuori delle cerchie coinvolte, non hanno avuto alcun impatto percepibile.

Tra i destinatari principali dei fondi spiccano, ancora una volta, i minori stranieri non accompagnati, ospiti di strutture come l’Istituto Salesiano Bearzi, ai quali è stato dedicato il progetto “Skate & Skills”. Un’iniziativa che ha previsto corsi di skateboard, falegnameria e street art, unendo attività ricreative a laboratori artigianali e lezioni di italiano. Una proposta sicuramente creativa, ma che, nei fatti, rappresenta l’ennesimo esempio della linea politica dell’estrema sinistra portata avanti dall’attuale amministrazione comunale, sempre più chiaramente schierata a favore dell’accoglienza e del sostegno ai richiedenti asilo, anche a scapito delle esigenze reali della comunità locale.

Il bando, presentato con entusiasmo dall’assessora Chiara Dazzan, rientra in una visione ideologica che investe risorse pubbliche in progetti sociali a senso unico, privilegiando l’inclusione a tutti i costi, spesso disancorata da risultati misurabili o da un reale interesse della cittadinanza.

Non a caso, nessuno a Udine ha parlato di questi progetti. Nessun evento visibile, nessuna partecipazione pubblica, nessun ritorno effettivo per la città. Solo spese coperte con i soldi dei cittadini, utilizzate per finanziare attività mirate a gruppi specifici, senza alcuna rendicontazione pubblica di impatto o partecipazione.

Intanto, si annuncia già una seconda edizione del bando. Il rischio? Continuare su questa linea senza alcun dibattito pubblico, sotto l’egida di un’inclusione che, nei fatti, esclude la cittadinanza dal processo decisionale. A pagare saranno ancora una volta i contribuenti, mentre il Comune si ostina a promuovere progetti lontani dai bisogni concreti della città.

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Redazione
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Nato da un'intuizione del dott. Stefano Salmè, il Giornale del Friuli si pone la missione di valorizzare la storia bimillenaria del Friuli e, nel contempo, raccontare la contemporaneità con un'informazione libera e controcorrente. Stefano Salmè è iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2002 e si è laureato con lode in Storia, all'Università di Trieste, con una tesi sul Risorgimento friulano.

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