
Udine. Domenica 27 luglio in piazza Primo Maggio verrà ricordato il medico eroe Giuseppe De Donno
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Il professor Giuseppe De Donno è stato, per molti, un simbolo di coraggio e dedizione, un medico buono nel senso più profondo del termine. Durante i giorni più bui della pandemia, mise al centro della sua missione la cura dei malati, sperimentando con tenacia e umanità una terapia a base di plasma iperimmune. Un approccio semplice, basato sulla solidarietà tra guariti e ammalati, che rifletteva lo spirito autentico della medicina al servizio dell’uomo.
De Donno incarnava un’anima profondamente italiana: concreta, generosa, capace di mettersi in gioco per il bene comune, anche controcorrente. La sua voce, tuttavia, si alzò in un contesto dominato da interessi globali, dove la ricerca del profitto sembra talvolta prevalere sulla cura e sull’ascolto.
Molti lo hanno visto come un uomo scomodo, ignorato o marginalizzato da un sistema che, troppo spesso, appare dominato da logiche economiche e politiche, più che da quella scientifica libertà che dovrebbe animare ogni medico e ricercatore. Le pressioni, l’isolamento e la mancanza di sostegno avrebbero potuto piegare anche il cuore più forte.
Il suo gesto estremo, che ha scosso l’Italia intera, resta una ferita aperta. Non possiamo sapere tutto ciò che lo ha spinto a quel tragico passo, ma possiamo affermare che il nostro Paese ha perso una figura luminosa, un uomo che ha scelto di credere fino in fondo nella cura, nella scienza e nell’umanità.
Ricordare De Donno oggi significa difendere il diritto alla ricerca libera, alla cura umana, alla voce fuori dal coro. E significa anche chiederci: che medicina vogliamo per il futuro?