
Udine. Gli ambulanti italiani: “il mercato di viale Vat sta diventando un suk. Il comune intervenga”
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Ogni sabato mattina, a Udine, il mercato di Viale Vat dovrebbe rappresentare un punto d’incontro, un luogo vivo, fatto di relazioni, colori e prodotti scelti con cura. Eppure, negli ultimi anni, qualcosa si è rotto. La qualità è crollata, l’estetica è stata trascurata, e la clientela storica – quella affezionata – inizia ad allontanarsi.
La causa non è l’abusivismo. Anzi, tutti i banchi presenti hanno una concessione regolare rilasciata dal Comune. Il problema è come quelle concessioni vengono utilizzate: merce usata venduta alla rinfusa, bancali stipati senza criterio, cartelli improvvisati con scritte tipo “merce igienizzata” o “rimanenze di magazzino”, senza alcun rispetto per l’immagine del mercato, né per chi cerca qualità.
La denuncia degli ambulanti storici
A sollevare la questione sono stati gli stessi operatori storici del mercato, quelli che da decenni lavorano con dignità, selezionano i prodotti, curano la presentazione e mantengono un rapporto umano con i clienti. In una lettera indirizzata al Comune, l’ambulante Dino Contro ha espresso, a nome di molti colleghi, il disagio crescente:
“Assistiamo a un progressivo peggioramento dell’offerta e della qualità complessiva dell’ambiente mercatale. Sempre più banchi propongono merce usata o rimanenze stoccate in condizioni visibilmente degradate, esposta senza alcun criterio.”
Chi lavora con professionalità si trova a competere con chi punta sul prezzo minimo e sul caos espositivo, abbassando l’asticella per tutti. E questo, nel lungo periodo, è un danno non solo economico, ma culturale e urbano.
Concessioni sì, ma senza criterio
Il nodo centrale è proprio questo: avere una concessione non equivale a offrire qualità. Se le regole comunali non prevedono parametri minimi sull’allestimento, sull’ordine o sul tipo di merce, il rischio è quello di mercati formalmente legittimi, ma visivamente e funzionalmente degradati.
Oggi a Viale Vat si trovano mucchi di abiti accatastati in contenitori metallici, senza selezione, né ordine. Questo tipo di vendita, pur essendo legale, squalifica il contesto e mina la reputazione dell’intero mercato. Non si tratta di elitismo, ma di rispetto per uno spazio pubblico che dovrebbe essere decoroso, accogliente e coerente con l’identità della città.
Cosa chiedono gli operatori
Gli ambulanti storici non invocano repressione, ma regole chiare e controlli. In particolare:
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Definizione di standard qualitativi minimi per esposizione e merceologia;
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Distinzione visiva tra banchi selezionati e quelli dell’usato;
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Controlli regolari da parte del Comune;
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Un tavolo di dialogo tra istituzioni e commercianti.
Perché riguarda tutti
Il degrado di un mercato non è solo un problema di commercianti. È un problema di immagine urbana, di decoro, di qualità della vita. È il riflesso di come una città gestisce i suoi spazi pubblici. Un mercato può essere un luogo di bellezza e socialità, oppure un luogo abbandonato al disordine. Dipende dalle scelte politiche e dalla visione che si vuole avere del commercio cittadino.
A Viale Vat, oggi, la scelta sembra chiara: lasciare che tutto si livelli verso il basso. Ma c’è ancora tempo per cambiare rotta, a patto che si ascoltino le voci di chi ci mette la faccia e lavora con dignità ogni settimana.