Valli del Natisone in allarme: Fermiamo il parco eolico sul Monte Craguenza

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Il comitato “Amici del torrente Alberone”, noto per aver combattuto attivamente a difesa del torrente Alberone a Savogna, si schiera con fermezza contro il progetto del parco eolico presentato il 7 luglio dalla ditta Ponente Green Power di Milano, che interessa il Monte Craguenza nelle Valli del Natisone.

Per chi non se lo ricordasse, tra il 2016 e il 2018, il comitato a difesa del torrente Alberone si è opposto con forza alla realizzazione di una centralina idroelettrica che avrebbe irreparabilmente compromesso circa 2 km di torrente incontaminato. Il progetto, proposto dalla ditta Sunex 2 di San Dorligo della Valle, prevedeva degli interventi sull’Alberone, affluente del fiume Natisone, che avrebbero avuto un forte impatto negativo in un luogo dove è presente una ricca biodiversità.

Il progetto del parco eolico, denominato “Pulfar”, prevede l’installazione di quattro aerogeneratori lungo circa 1,7 km del crinale del Monte Craguenza (Kraguojnca in sloveno). Ognuna delle quattro pale eoliche sarà sostenuta da una torre di cemento armato o acciaio, con un’altezza totale di 200 metri. Per avere un’idea delle dimensioni, ogni pala eolica raggiungerebbe un’altezza di quasi 17 volte quella della grande croce di Castelmonte, alta 12 metri. La grande croce di Castelmonte, anche se alta solo pochi metri, è ben visibile dalle Valli e da tutto il cividalese. I quattro aerogeneratori invece, sarebbero visibili anche dalla costa della città di Trieste. Ogni pala eolica avrebbe una base lunga 61 metri e larga tra i 21,5 e i 27 metri. Inoltre, sono previsti circa 14 km di cavi interrati per il trasporto dell’energia prodotta, ma sarebbe anche realizzata una strada larga almeno 6 metri, che probabilmente avrebbe un impatto ancora più forte sull’ambiente naturale del Monte Craguenza rispetto all’interramento dei cavi elettrici.

La montagna del Craguenza è di tipo carsico e nelle vicinanze si trova la grotta di San Giovanni d’Antro, senza contare che nel progetto della ditta non c’è alcuno studio geologico approfondito. La zona delle Valli del Natisone, inoltre, rientra in un’area di alto rischio sismico, rendendo ancora più complesso il progetto di installazione di impianti così imponenti.

Dopo l’incontro pubblico tenutosi ieri sera, 18 luglio, presso la sala consiliare del comune di San Pietro al Natisone, il comitato “Amici del torrente Alberone” ha ascoltato per più di 2 ore gli interventi di diversi esperti, esponenti politici e abitanti della zona. Con piena cognizione di causa, il comitato ha deciso di schierarsi pubblicamente contro il progetto in questione e di sostenere la raccolta firme organizzata dal neo comitato in difesa del Monte Craguenza. È importante sottolineare che i cinque sindaci dei cinque comuni coinvolti — Pulfero, San Pietro al Natisone, Torreano, Cividale del Friuli e Moimacco — che fin da subito si sono schierati contro il progetto, non erano presenti alla riunione di ieri sera, sollevando ulteriori preoccupazioni a livello istituzionale.

Uno dei primi interventi durante l’incontro è stato tenuto da una biologa di Cividale del Friuli, con un curriculum eccellente, che ha riportato il caso dei grifoni uccisi dalle pale eoliche. Un evento poco noto, ma che rappresenta uno dei più grandi fattori di rischio di mortalità per questa specie, presente sul fiume Natisone e nelle Valli del Natisone. È importante ricordare che il progetto non presenta alcun studio sul vento presente sul Monte Craguenza e nessun studio geologico approfondito, elementi essenziali per realizzare un parco eolico in un’area carsica e soggetta a rischi sismici. La zona ospita anche la grotta di San Giovanni d’Antro, un sito di grande valore naturalistico e archeologico.

Il comitato invita tutti a partecipare agli incontri pubblici per diventare membri attivi della comunità, per venire a conoscenza di studi effettuati su altri impianti simili a quello proposto e sostenere la raccolta firme promossa dal comitato in difesa del Monte Craguenza. Firmare rappresenta il primo passo per tutelare questo bene collettivo delle Valli e della regione Friuli-Venezia Giulia. È inoltre fondamentale diffondere le informazioni sulle potenziali conseguenze di questo progetto e coinvolgere più ricercatori, scienziati e professionisti possibili. Solo grazie a dati concreti e analisi approfondite, entro la scadenza del 7 agosto, potremo presentare osservazioni mirate e contribuire, in modo decisivo, a bloccare questa opera.

Se realizzato, questo progetto rappresenterebbe un vero e proprio scempio ambientale, tutt’altro che green.

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Redazione
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Nato da un'intuizione del dott. Stefano Salmè, il Giornale del Friuli si pone la missione di valorizzare la storia bimillenaria del Friuli e, nel contempo, raccontare la contemporaneità con un'informazione libera e controcorrente. Stefano Salmè è iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2002 e si è laureato con lode in Storia, all'Università di Trieste, con una tesi sul Risorgimento friulano.

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